PER UNA MINESTRA DI PISELLI

Questi appunti portano la data del 16 aprile 2012- così cinque anni di minestre non sono trascorsi invano ed io mi ritrovo nello stesso giorno a riflettere  sin quasi a smarrirmi nel labirinto della mia cucina  sentimentale

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16 aprile 2012- Oggi nelle mie letture ho incontrato il giovane Werther. Era con Carlotta. Lei affettava del pane nero da servire ai fratellini a merenda. Lui, giovane, bello e romantico, raccoglieva piselli nell’orto, poi cominciava a sgranarli mentre, in cucina, leggeva Omero.

Oggi sono andata anch’io nell’orto e ci ho raccolto i piselli; poi sono andata in cucina e mentre li sgranavo accanto a me c’era di nuovo Lui, con quei suoi “dolori”, stupendi e infantili, il mio giovane Werther.

werther

Il corto circuito è scattato: come per lui con Omero. Ed è quel “sentimento” sublime ed elementare insieme. Quel sentimento che anche un cavolo o un pisello da soli ti possono dare se in quel pisello riesci a cogliere non l’idea ma la presenza dell’universo. Che da grande ed immenso si fa piccolo, tanto da potersi contenere qui sul tavolo in cucina e trasferirsi così intero e totale nel l tuo piccolo universo di affetti.

Affinità elettive con i romantici? Forse qualcosa c’è, di vero. Ma vi dico come si evolve la storia. Incredibile, ma dovrete crederci!

Carlotta è giovane e bella. Goethe la incontra nel 1772 quando anche lui è giovane, ha già tradotto i canti di Ossian e si è appena trasferito a Weitzlar . Di Carlotta Buff egli si innamora perdutamente, nonostante lei sia fidanzata con il suo amico Johann Christian Kestner. Della comitiva fa parte anche un giovane e inquieto intellettuale Karl Wilhelm Jerusalem.

Se Carlotta non avesse respinto Goethe e se Karl Wilhelm non si fosse suicidato e il poeta non se ne fosse già tornato a Francoforte e se anche non ci fosse stata quell’amicizia che legherà per molti anni Goethe a Johann Christian Kestner, probabilmente non ci sarebbero stati, a costruire il sistema culturale dei romantici, quei “Dolori del giovane Werther” ed io non mi ritroverei oggi a pensare a lui e a Carlotta mentre qui in cucina taglio il mio pane nero e
sgrano i piselli dell’orto.

Penso a questo punto che nella mente succede come nel mondo. Quando succede (o potrebbe succedere) che il battito d’ali di una farfalla in Amazzonia provoca un uragano molto molto lontano da lì e chissà dove.

E così il semplice gesto del cucinare diventa improvvisamente davanti a me un gesto “complesso” . Come cucinerò i piselli senza perdere questo mio essere in armonia con le ali di una farfalla e con i sapori della minestra di Carlotta e Werher? (continua: appena esco dalla teoria del caos e mi riprendo).

 

©la cucina della taranta- Quaderni  tarantass inclinato def 3

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