Vi racconto “Che fai mangi”. Storia 1: Gatta ci cova

Una gattina,  un coniglio e un topo/formaggio si nascondono nelle pagine di un libro di cucina. Il libro è “Che fai,mangi?'”  – Ma loro che ci fanno qui?

 

Il fatto è che qualcuno li ha eletti a custodi (dei segreti) e guide (per il lettore) e così  a ciascuno è toccato di occupare (in maniera molto discreta) un cero numero di pagine.

       

♦ la gattina ha scelto le pagine de “LE GASTRPCOMICHE”, dove appunto GATTA CI COVA

♦ il coniglietto si è nascosto nelle pagine degli ARCHETIPI IN CUCINA TRA MODI DI DIRE E MODI DI FARE

 

♦ al piccolo topo è rimasta la pagina che apre alle ricette della serie SULA ME/LA SONU SULA ME/LA CANTU  ( con tre ricette dedicate alla mela cotogna e alla melagrana

Ed ecco vi presento subito Mamma Gatta

A lei il posto d’onore. “Gatta ci cova”, ci ricorda l’artista che, quando l’ha disegnata così, non pensava certo che sarebbe finita qui in queste pagine. Proprio qui:  tra LE GASTROCOMICHE, raccolta di ricette che del mio libro “Che fai, mangi?” costruisce la prima parte.

Sono animali molto particolari, i gatti! Si intrufolano nelle storie a volte rischiando la vita pur di poterci osservare. Come leggerete qui nella  ricetta  (antica e quasi dimenticata) ) di certi biscotti detti ‘nfocagatti (nella storia del “Nodo alla gola” a pag. 70)

Né si lasciano mai coinvolgere, i gatti!. Stanno qui solo a guardarci. Nascosti in altre storie in altre pagine;  o anche fingono di dormire , come nella storia de IL SOLILOQUISTA , quello lì della ricetta delle “PENNE ALL’ARRAbBIATA SECONDO LA NORMA MA NON OMOLOGATE” (a pag 34)

Se hai già letto il libro sai di quali altre storie e ricette c’entra ancora il gatto.

In ogni caso, ogniqualvolta incontri un gatto, ricordati di quel “L’animale che dunque sono” e abbi il coraggio di fissarlo negli occhi mentre lui fissa te. L’idea non è mia, ma di un filosofo (Jacques   Derrida, “L’animale che dunque sono”, prima pubblicazione nel 2002).

Nel frattempo in altre pagine                           

Con la sua innata timidezza (e forse anche paura)  il coniglio ci avverte di stare attenti:  con queste storie degli ARCHETIPI IN CUCINA TRA MODI DI DIRE E MODI DI FARE ( II parte del libro) stiamo entrando nell’animo della Taranta, nel suo ‘femminile’ amaro e piccante.

E qui è lei, la tarnta, che ci guarda e noi stiamo per incontrare , nella sua cucina, la sua ironia, le sue paure, la sua dolcezza e le sue rabbie: cecamariti, strangulapreti, pampasciuni, minchiareddhi, spurchia…  ma anche…

“La vita è un sogno ed è fatta di pasta di mandorle

con la ricetta originale della pasta di mandorle con faldacchiera, il dolce dei signori che a Natale prende forma di pesce e a Pasqua di agnello.

Perchè poi come sempre e come in questo libro in altre ricette,  lo sappiamo tutti che

dove c’è gusto c’è credenza

E il topo/formaggio?                           

Non mi ricordo chi disse una volta che l’uomo è ciò che mangia. La prova è questo topolino camaleontizzatosi in formaggio. Ed è proprio lui a guidarci nella terza parte del libro dove, come leggeremo, le cose sembrano prendere un’altra piega e un’altra strada . Così succede che, mimetizzato in ciò che ha mangiato, il nostro topolino potrà condurci molto più lontano. Lì nell’immaginario mitico e poetico dove tutte le storie sono cominciate e dove ritornano sempre anche se noi non ce ne accorgiamo. E con la mela cotogna e con la melagrana siamo alle solite storie del frutto proibito e, dell’amore e del ritorno e dell’origine del peccato. E in cucina, come si sa,  peccare è d’obbligo!  Infatti alla fine  tusei quel che mangi.

Che fai, mangi?

Riflessione fuori luogo e conclusione stonata

Quando sfogli le pagine di un libro (ma anche quando mangi) tu non te ne acorgi ma da dentro le pagine ( o  anche nel piatto) c’è sempre qualcuno che ti sta guardando. Può essere l’autore con il suo doppio o tu con il tuo doppio: questo non lo saprai mai. In questo libro invece chi ti sta guardando tu lo sai. Anche se non saprai mai se sei tu o l’altro.

IL LIBRO: Titti Pee, Che fai,mangi? Piccolo libro di ricette 4.0 postlocal. Una magiata di archetipi per non morire di fame –  Edizioni Moscara Associati 2021

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©Titti Pece

Pr le illustrazioni: courtesy Casa Museo Moscara -Archivio d’artista Giancarlo Moscara

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